Il futuro ci viene incontro, anzi contro. Non ci precede, intanto che noi procediamo. E’un tempo di collisione, un’entità contro cui impattare. Dobbiamo andare avanti, affinché cresca lo iato, l’elastica distanza dall’impatto. Nell’immobilità, invece, il futuro lambisce la nostra pelle, la contamina, la corrode. Sostanza altra che non riconosce il nostro stato.
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