“I was taken seriously. I was a joke. I was avant-garde. I was a traditionalist. I was underrated. I was over rated. I was partly guilty. I had orchestrated the controversy. I was incapable of orchestrating anything. I was considered the most misogynistic writer in existence. I was a victim of the burgeoning culture of the politically correct.” Bret Easton Ellis "Lunar Park"

Non sei Bret per questi motivi:
– Bret ti cita. Con amorevole cattiveria e mascolina complicità tutta pacche-sulle-spalle-e-sniffate (poco importa se sia reale, su dai, non soffermiamoci su queste sciocchezze). Tu invece gli fai un semplicissimo e sbiadito pompino a distanza, citandololo sul comodino di un qualche personaggio.
– Bret cita chiunque (da Uma alla Ventura) e chiunque (da Uma alla Ventura) è spaventato dall’idea di essere citato da Bret. Tu citi qualcuno e qualcuno è onorato- e ringrazia con un telegramma- di essere citato da te.
– Il tuo undici settembre è l’Undici Settembre, senza avere il coraggio di scriverlo. L’Undici Settembre di Bret si chiama Terby. Si chiama Clayton. Si chiama American psycho vent’anni dopo. Si chiama tutto tranne che Undici Settembre, con tutto il coraggio e la sfrontatezza di raccontarcelo, senza nominarlo.
– Bret odia le donne perché sono stupide. Tu ami le donne perché sono stupide.
– Bret crea donne non stupide, perché tanto lo sa che lo sono. Tu crei donne stupide perché credi che non lo siano.